15-16 ottobre 2016 Le pietre dello Spirito



In accordo con un'Associazione cinese, abbiamo avuto l'onore di esporre una collezione di pietre davvero unica nel suo genere ! La storia di queste particolari creazioni della Natura è ancora poco nota al mondo, è stata tramandata solo oralmente per millenni di generazione in generazione e apprezzata dagli animi più sensibili, capaci di scorgerne il grande valore . . .

La mostra è stata visitabile da chiunque lo desiderasse, per entrambi i giorni, dalle 10.00 alle 18.00.
Alle ore 16.00 abbiamo condiviso con i presenti un pezzetto di storia e uno scorcio dell'antica tradizione . . .

" Perché il Samgha ha scelto di condividere una collezione di pietre ?

Innanzitutto perché nel sentimento animista l’uomo è legato in maniera indissolubile alla pietra

Le pietre ci circondano, sono il pavimento della nostra esistenza, a volte anche il nostro cielo. All’origine della storia dell’uomo, in ogni cultura, troviamo sempre la pietra.

Nella pietra abbiamo trovato un riparo, una casa; con le pietre abbiamo imparato a controllare il fuoco con cui abbiamo iniziato a cucinare cibi cotti, le prime armi erano in pietra, i primi utensili erano in pietra; con la pietra ci siamo ornati ,con la pietra ci siamo guariti e sempre con la pietra abbiamo cominciato a contemplare le infinite manifestazioni della Natura , una Natura che si mostra nuda , nuda come una pietra !

E questo mettersi a nudo è un insegnamento che anche l’uomo deve far suo per tornare ad appropriarsi di una vita che sia più vera e semplice. Non vi è nulla di più bello e coerente del mostrarci veramente per quello che siamo, mostrarci nudi come la pietra.
Le pietre sono dappertutto intorno a noi, siamo abituati alla loro visione, quasi annoiati perche per noi uomini raziocinanti  le pietre sono oggetti scontati, inerti. . .  morti.
Proviamo allora per un attimo a concentrarci e ad immaginare un semplice sasso : il sasso rinvia ad un masso più grande da cui si è staccato; questo masso a sua volta era unito a una parete rocciosa che si è frantumata. Immaginate quella parete, parte di una montagna, una singola montagna che componeva un’intera catena montuosa, che a sua volta componeva una zona geografica più ampia ,che a sua volta si inseriva in una regione più vasta, che a sua volta come in un mosaico compone la terra formando il pianeta e che a sua volta . . . è un frammento di universo!
Ecco, questa è la storia di una pietra, che prima di essere stata custodita da me è stata custodita da qualcun’ altro e che prima ancora è stata forgiata da forze inimmaginabili e in tempi non concepibili dai nostri sensi.
E’ per questo motivo che per i saggi custodire e curare una singola pietra significava prendere in considerazione in scala ridotta l’intero universo . . .
Con un altro piccolo sforzo di immaginazione proviamo ora a spostarci in Cina 2000 anni fa dove si cominciarono ad esporre le prime vere e proprie collezioni di pietre.  Erano collezionate solo dall' élites degli alti burocrati, artisti ed intellettuali, che ne facevano oggetto di meditazione e studio, vennero chiamate "pietre della studioso"o “pietre dell’erudito“.  Le pietre dello studioso di piccole dimensioni venivano tenute per lo più in spazi interni, mentre quelle più grandi assumevano un ruolo centrale nella creazione dei giardini cinesi esterni. Non si trattava di pietre qualsiasi, ma di pietre dotate di notevole forza espressiva, con una particolare forma, colore e struttura e in grado di evocare paesaggi come montagne, laghi, fiumi, animali, persone e qualunque altra cosa riuscisse a scorgervi l’osservatore.
Donare una di queste pietre era considerato un gesto di grande generosità e di speciale affetto e i collezionisti  le trattavano con familiarità fino a dare loro dei nomi, a volte persino incisi sulla superficie. Era frequente trovare queste pietre anche sulle cattedre degli ufficiali di alto rango che prima di prendere decisioni strategiche importanti si concentravano su di esse, aprivano la loro mente e si lasciavano ispirare da questa percezione di unione con la Natura sapiente; destandosi poi da questo momento di contemplazione ritornavano alla realtà con soluzioni lucide e vincenti.

Oltre al gioco di forme e colori, di queste pietre, chiamate anche "pietre dello spirito", se ne apprezzavano le qualità come i sottili segni delle loro trasformazioni, la resistenza, la perseveranza e la pazienza con cui  si erano opposte alle forze che le avevano plasmate.
Ed è proprio questa sua capacità di rimanere salda in mezzo ad ogni avversità, la qualità che in Oriente rende la pietra un modello di vita per l’uomo che a sua volta, deve riuscire a sopravvivere alle pressioni della vita che lo forgiano mettendolo a dura prova.
Le pietre che abbiamo scelto di condividere in queste giornate, sono delle rarissime "pietre dell’erudito",  in cinese  pietre Guohua, poiché le loro fantasie e i colori ricordano i temi e i paesaggi tipici della pittura cinese tradizionale chiamata proprio "pittura Guohua".
Nel corso dei millenni sono state plasmate sotto l’ effetto dei venti e dello scorrere delle acque che hanno depositato i minerali che si sono poi ossidati in presenza di ossigeno conferendo alla pietra colorazioni suggestive . I disegni che si vengono a formare e che sembrano opere umane, in verità sono il risultato dell’attività vulcanica,dell’espansione termica e delle condizioni atmosferiche delle varie ere geologiche.
Inoltre queste pietre, formatesi nel periodo paleozoico circa 400 milioni di anni fa, arrivano da un’unica regione della Cina meridionale : il Guangxi.  Questa  regione ha status autonomo poiché è la sede principale di una minoranza etnica non cinese chiamata tày e discendente dalle tribu Bách Vit ovvero dei "cento viet". I villaggi tày si trovano di solito ai piedi delle colline e portano spesso il nome di un fiume, di un monte o di una pianura. Ogni villaggio conta 15 o 20 gruppi di case nascoste e protette dalla fitta vegetazione.
La maggior parte dei tay pratica il culto degli antenati e l'Animismo. L'altare per gli antenati di solito è collocato al centro della casa, è considerato sacro e agli invitati non è permesso sedersi di fronte ad esso.
Il Guangxi e le sue tribu animiste rappresentano lo scenario storico e paesaggistico dalla quale provengono questi frammenti di universo, veri e propri autoritratti della natura.
Queste pietre erano lì da sempre, sul greto di un fiume finché un uomo (probabilmente un discendente Bách Vit ) ne colse la presenza e la bellezza. Comunque sia andata, una di queste pietre giunse nella sua capanna poiché l’uomo credeva che in quella particolare pietra dimorasse lo spirito di un guerriero come fosse un accumulo “vivente” di tempi e vicende passate. Questo uomo decise quindi di vivere insieme alla sua pietra-guerriero  .

Quando seppe di essere gravemente malato, nel timore che nessuno dopo di lui la comprendesse fino in fondo, dispose che la sua pietra continuasse a vivere in altre case, in altri villaggi, apprezzata da altri occhi e custodita da altri uomini semplici, semplici come le pietre ! "