16 e 17 giugno 2018 - Condividete con noi la natura nel Samgha


Cosa c'è di più vero che condividere ciò che siamo?  Per noi è bello poterlo fare attraverso il Luogo che abbiamo plasmato e di cui ci prendiamo cura, forti del nostro Ideale basato sull'Amore.
Ecco che per due interi pomeriggi, ogni membro della comunità ha messo a disposizione se stesso, abbiamo scelto di offrirVi l'opportunità di vivere la Natura nel Samgha visitando gli orti, salendo in collina oppure sostando all'ombra di una pianta, per un momento di introspezione in solitudine o  nella condivisione.
L'evento è stato un'opportunità per arricchire il Luogo di nuovi angoli e spunti di riflessione, così da poterVi accogliere al meglio !
Abbiamo creato un piccolo percorso, perché la salita verso la collina fosse, per i visitatori in quei due giorni e per noi quotidianamente, un modo per nutrirsi di parole giuste, basate sul buon senso. Passo dopo passo accrescersi in consapevolezza perché questo merita la Vita: esser vissuta pienamente e donata nell'Amore . . . unica fonte di Energia capace di Creare qualcosa che non tramonterà mai.
"Una società cresce e diventa grande 
quando gli anziani piantano alberi   
alla cui ombra sanno che non potranno sedere"

01 ottobre 2017 - Festa della Luna



Anche quest'anno abbiamo rinnovato la Tradizione della Festa della Luna o Festa di Mezzo Autunno. E' il momento dell'anno in cui la Luna si presenta ai nostri occhi nel suo stato più luminoso e rotondo ed è anche il momento in cui la Terra e soprattutto la Donna, percepiscono forte la sua Energia. Con l'autunno le giornate si accorciano e le ore notturne si allungano, il freddo fa si che la linfa vitale cerchi riparo verso l'interno: accade nelle piante così come nell'uomo.
E' quindi il momento della Luna, il più adatto all'introspezione, al raccoglimento, è il momento per ritrovare dentro di sé quella Saggezza a cui da sempre anela l'essere umano, così da poterLa condividere con i propri simili. E quando si parla di Saggezza, pensiamo alla Luna, la principessa color della Giada . . . che da sempre illumina la notte come una Saggia Guida, per tutti coloro che cercano la Via.
L'evento è iniziato con il racconto della Leggenda che accompagna la Festa e successivamente il suono dei tamburi giapponesi e il flauto suonati con grande passione dal gruppo " Musubi Daiko " hanno accompagnato la danza della Luna, la danza dell'Energia e infine il Saluto alla spada per Onorare lo spirito Guerriero dei Theravada e delle Donne che nei millenni hanno lottato perché fosse sempre il Bene a trionfare . . . quelle stesse Donne che durante la  Notte di Mezzo Autunno, traggono Energia e nutrimento proprio dalla Luna.
Al termine delle rappresentazioni abbiamo, come ogni anno, gustato le tradizionali torte lunari, accompagnate da una tazza di buon tè.
La Festa si è conclusa con il suono dei tamburi che con le loro vibrazioni sono stati un richiamo ancestrale all'energia che permea ogni cosa e la rende Viva. Niente di più adatto in questo giorno in cui l'augurio che accompagna questa celebrazione è che ognuno di noi sappia riconoscersi completo ritrovando dentro di sé l'Energia Vitale e la Saggezza che porta l'uomo a dare un grande Valore alla propria Vita perché unica. 

 . . . La luna piena ci ricorda che siamo completi
 . . . il Suo dolce bagliore ci ricorda il potere della consapevolezza
 . . . il suono dei tamburi ci ricorda che siamo Vivi !


8 luglio 2017 - Serata di leggende



La luna è già alta nel cielo quando gli ospiti iniziano ad arrivare numerosi.
Una volta accomodati sul prato viene introdotta la serata …
" … oggi vogliamo raccontare storie di alcuni uomini che hanno scelto di rendere Onore alla Vita … "
Le nuvole corrono per il cielo, ma non oscurano la luna.
Ci allietano con qualche goccia di pioggia: un regalo che bacia questa magica serata.
Una fiamma viene accesa sotto le spade e ha inizio la prima leggenda …
Narra di un vecchio guerriero, la cui saggezza ispirò la vita di un giovane che, una volta cresciuto, divenne a sua volta un grande guerriero pronto ad affrontare qualunque battaglia e a promettere, di fronte alla notte, che nulla gli avrebbe impedito di battersi perché fosse sempre il bene a trionfare. E le ultime parole che pronunciò di fronte alla morte, le rivolse a coloro che Amava e che era certo avrebbe presto rincontrato oltre i confini del tempo …
Il suono dell'arpa accompagna il termine di ogni leggenda e rende la serata ancora più intima .
Una fiamma questa volta viene accesa ai piedi della statua di un drago d'oro e ad un'ascia piantata su un tronco di legno, ha inizio la seconda leggenda 
Narra di un umile boscaiolo che perse la sua ascia nelle acque di un fiume. Fu il drago d'acqua a restituirgliela e a premiarlo per la sua onestà. Punì invece un uomo arrogante e disonesto che pensava di potersi prendere gioco della saggezza del drago.
Al termine della leggenda viene offerto a tutti i partecipanti del sakè e del tè.
Le dita dell'arpista pizzicano le corde creando melodie dolci e soavi
Ecco che ad illuminarsi con il fuoco della fiamma, è ora la statua di un funzionario imperiale, per passare alla leggenda successiva . . .
Narra di un giovane ragazzo che aspirava alla carriera di funzionario imperiale. Costui incontrò un vecchio saggio in una locanda. Ed è in attesa del piatto di miglio che la sua vita gli venne rivelata: scoprì, grazie ad un sogno e alle parole dell'anziano, che fino a quel momento di sole illusioni si era nutrito e che ora desiderava coltivare la sua vita interiore.
Ad illuminarsi è ora una radice all'interno della quale sono scolpiti alcuni saggi, l'uno vicino all'altro …
La leggenda narrata è quella di un maestro che riscoprì l'antica saggezza nelle parole di un semplice pescatore, da cui apprese umilmente che occuparsi e preoccuparsi di migliorare il mondo è una scelta poco saggia. L'uomo in equilibrio si occupa di conoscere se stesso, di nutrire il proprio Io e migliorarsi di giorno in giorno, senza imporsi sugli altri.
Ecco che si  illumina uno specchio …
L'ultima leggenda raccontata narra di un'epoca assai remota . . . e di un uomo che per la prima volta vide la sua immagine in uno specchio d'acqua. Questo lo esortò a porsi domande sulla vita e su se stesso. Ben presto però la sete di sapere lo portò a compiere scelte imprudenti e ad imporsi sugli altri con violenza. Al termine della leggenda, grazie alle parole di una Donna, egli comprese che non è tanto importante ciò che si conosce, ma come lo si Vive. Un uomo può avere ben poche nozioni ma essere capace di coltivare il proprio mondo interiore e nutrire bellezza e armonia dentro e fuori di sé.
Una serata con tante riflessioni e tante emozioni condivise …  Riconoscenti a Tutti i partecipanti !







26 marzo 2017 - Festa di Primavera



Abbiamo scelto di condividere con Coloro che lo desideravano, una Tradizione: La Ritualità della Terra.
Ogni anno infatti il Samgha si riunisce per Onorare la Natura a inizio Primavera.
Il pomeriggio è iniziato con una riflessione  finalizzata a prendere coscienza del legame indissolubile che lega l'uomo alla Natura, superando la tendenza della mente a vivere un senso di separazione.
Riporre l'attenzione sul respiro ci permette di toccare con mano con semplicità che Noi siamo Natura poiché non esistono frontiere o linee di confine tra il nostro corpo e l'aria che entra a farne parte.
In questo periodo dell'anno dove osserviamo la Natura rinascere a nuova vita, possiamo riscoprire in noi la stessa forza e la stessa bellezza della Primavera.
Ogni stagione offre all'uomo lo spunto in positivo per arricchire la propria vita e migliorarsi. La stessa pioggia, alla quale spesso non si riconosce il giusto valore, è l'elemento chiave che permette la vita. Rispettando la pioggia rispettiamo noi stessi e rispettando noi stessi non possiamo che riconoscerle la preziosità.
In ogni società animista, onorare la Primavera, la rinascita della terra, costituiva un invito ad accogliere la stessa rinascita dentro di sé. E' il momento di prendere ciò che di bello abbiamo dentro di noi e donarlo alla vita perché se le piante conservassero egoisticamente la propria energia nel profondo delle radici, non ci sarebbero i fiori, non ci sarebbe la vita. Primavera quindi diventa momento di condivisione che, durante il pomeriggio si è realizzata degustando tutti insieme due pregiati tè. Le loro storie sono giunte fino ad oggi dopo migliaia di anni e abbiamo voluto raccontarle ai partecipanti perché fosse messa in luce una grande verità: se doni alla vita la parte migliore di tè, finisci per ottenere molto più di quanto avresti mai potuto immaginare. La prima storia del tè oolong  Guan Yin narra di un contadino povero e di buon cuore che decise di prendersi cura di un tempio, lasciato all'incuria.  La vita lo premiò con un dono inaspettato: un piccolo germoglio di tè che nel corso di pochi anni lo rese uno degli uomini più ricchi della Cina.
Tutti insieme siamo saliti verso la collina per riporre un incenso acceso in un angolo della terra a scelta  . . . e qui un momento di concentrazione, di serenità da assaporare: ognuno un'isola capace di cogliere dentro di sé la completezza . . . condividendo con altri, gli stessi antichi suoni e gesti ancestrali.
L'Altare della Terra ha portato, un componente del Samgha,  a riflettere sulla Frase del Maestro Chen 
"Io sono un altare
 a cui indirizzare
le Tue preghiere per la terra
e ci sono per esaudirle"
 dedicando un pensiero positivo e di riconoscenza alla Madre Terra ne alimenteremo l'energia, alimenteremo la vita, così da far sbocciare un bellissimo fiore dentro di noi.
A questo punto viene posta in luce l'essenza di questa  giornata che è ben racchiusa da un'altra Frase del libro del Maestro Chen:
 " La costante corsa
 verso il nuovo, la tecnologia, il progresso
allontana l'uomo dalle Tradizioni
 Un uomo senza Tradizioni
è un uomo instabile
 non poggiando su solide fondamenta"
abbiamo scelto di condividere con Voi una Tradizione . . . così che i vostri piedi possano essere un pochino più saldi una volta usciti da qui.
Infine abbiamo degustato l'altro pregiato tè: perle di tè verde gelsomino e pesca. La storia narra di un maestro del tè che decise di rendersi utile comprendendo che ogni Verità risvegliata resterebbe sterile, se non condivisa. Ricevette in dono foglie di pregiato tè verde, i più profumati fiori di gelsomino e qualche goccia d'olio essenziale di due peschi secolari che fruttificano ogni trecento anni. Miscelando gli ingredienti ottenne il meraviglioso tè che abbiamo avuto la gioia di offrire.
Il pomeriggio è giunto al termine e abbiamo concluso ricordando che Noi siamo Natura e come cerchiamo di rispettare noi stessi, dobbiamo rispettare la Natura sotto ogni sua manifestazione . Sono le Tradizioni che ci tengono intimamente legati ad Essa . . . non dimenticando, lungo il percorso, che il Rispetto si chiede come l'acqua, l'Amore si può solo offrire . . . come il tè.

15-16 ottobre 2016 Le pietre dello Spirito



In accordo con un'Associazione cinese, abbiamo avuto l'onore di esporre una collezione di pietre davvero unica nel suo genere ! La storia di queste particolari creazioni della Natura è ancora poco nota al mondo, è stata tramandata solo oralmente per millenni di generazione in generazione e apprezzata dagli animi più sensibili, capaci di scorgerne il grande valore . . .

La mostra è stata visitabile da chiunque lo desiderasse, per entrambi i giorni, dalle 10.00 alle 18.00.
Alle ore 16.00 abbiamo condiviso con i presenti un pezzetto di storia e uno scorcio dell'antica tradizione . . .

" Perché il Samgha ha scelto di condividere una collezione di pietre ?

Innanzitutto perché nel sentimento animista l’uomo è legato in maniera indissolubile alla pietra

Le pietre ci circondano, sono il pavimento della nostra esistenza, a volte anche il nostro cielo. All’origine della storia dell’uomo, in ogni cultura, troviamo sempre la pietra.

Nella pietra abbiamo trovato un riparo, una casa; con le pietre abbiamo imparato a controllare il fuoco con cui abbiamo iniziato a cucinare cibi cotti, le prime armi erano in pietra, i primi utensili erano in pietra; con la pietra ci siamo ornati ,con la pietra ci siamo guariti e sempre con la pietra abbiamo cominciato a contemplare le infinite manifestazioni della Natura , una Natura che si mostra nuda , nuda come una pietra !

E questo mettersi a nudo è un insegnamento che anche l’uomo deve far suo per tornare ad appropriarsi di una vita che sia più vera e semplice. Non vi è nulla di più bello e coerente del mostrarci veramente per quello che siamo, mostrarci nudi come la pietra.
Le pietre sono dappertutto intorno a noi, siamo abituati alla loro visione, quasi annoiati perche per noi uomini raziocinanti  le pietre sono oggetti scontati, inerti. . .  morti.
Proviamo allora per un attimo a concentrarci e ad immaginare un semplice sasso : il sasso rinvia ad un masso più grande da cui si è staccato; questo masso a sua volta era unito a una parete rocciosa che si è frantumata. Immaginate quella parete, parte di una montagna, una singola montagna che componeva un’intera catena montuosa, che a sua volta componeva una zona geografica più ampia ,che a sua volta si inseriva in una regione più vasta, che a sua volta come in un mosaico compone la terra formando il pianeta e che a sua volta . . . è un frammento di universo!
Ecco, questa è la storia di una pietra, che prima di essere stata custodita da me è stata custodita da qualcun’ altro e che prima ancora è stata forgiata da forze inimmaginabili e in tempi non concepibili dai nostri sensi.
E’ per questo motivo che per i saggi custodire e curare una singola pietra significava prendere in considerazione in scala ridotta l’intero universo . . .
Con un altro piccolo sforzo di immaginazione proviamo ora a spostarci in Cina 2000 anni fa dove si cominciarono ad esporre le prime vere e proprie collezioni di pietre.  Erano collezionate solo dall' élites degli alti burocrati, artisti ed intellettuali, che ne facevano oggetto di meditazione e studio, vennero chiamate "pietre della studioso"o “pietre dell’erudito“.  Le pietre dello studioso di piccole dimensioni venivano tenute per lo più in spazi interni, mentre quelle più grandi assumevano un ruolo centrale nella creazione dei giardini cinesi esterni. Non si trattava di pietre qualsiasi, ma di pietre dotate di notevole forza espressiva, con una particolare forma, colore e struttura e in grado di evocare paesaggi come montagne, laghi, fiumi, animali, persone e qualunque altra cosa riuscisse a scorgervi l’osservatore.
Donare una di queste pietre era considerato un gesto di grande generosità e di speciale affetto e i collezionisti  le trattavano con familiarità fino a dare loro dei nomi, a volte persino incisi sulla superficie. Era frequente trovare queste pietre anche sulle cattedre degli ufficiali di alto rango che prima di prendere decisioni strategiche importanti si concentravano su di esse, aprivano la loro mente e si lasciavano ispirare da questa percezione di unione con la Natura sapiente; destandosi poi da questo momento di contemplazione ritornavano alla realtà con soluzioni lucide e vincenti.

Oltre al gioco di forme e colori, di queste pietre, chiamate anche "pietre dello spirito", se ne apprezzavano le qualità come i sottili segni delle loro trasformazioni, la resistenza, la perseveranza e la pazienza con cui  si erano opposte alle forze che le avevano plasmate.
Ed è proprio questa sua capacità di rimanere salda in mezzo ad ogni avversità, la qualità che in Oriente rende la pietra un modello di vita per l’uomo che a sua volta, deve riuscire a sopravvivere alle pressioni della vita che lo forgiano mettendolo a dura prova.
Le pietre che abbiamo scelto di condividere in queste giornate, sono delle rarissime "pietre dell’erudito",  in cinese  pietre Guohua, poiché le loro fantasie e i colori ricordano i temi e i paesaggi tipici della pittura cinese tradizionale chiamata proprio "pittura Guohua".
Nel corso dei millenni sono state plasmate sotto l’ effetto dei venti e dello scorrere delle acque che hanno depositato i minerali che si sono poi ossidati in presenza di ossigeno conferendo alla pietra colorazioni suggestive . I disegni che si vengono a formare e che sembrano opere umane, in verità sono il risultato dell’attività vulcanica,dell’espansione termica e delle condizioni atmosferiche delle varie ere geologiche.
Inoltre queste pietre, formatesi nel periodo paleozoico circa 400 milioni di anni fa, arrivano da un’unica regione della Cina meridionale : il Guangxi.  Questa  regione ha status autonomo poiché è la sede principale di una minoranza etnica non cinese chiamata tày e discendente dalle tribu Bách Vit ovvero dei "cento viet". I villaggi tày si trovano di solito ai piedi delle colline e portano spesso il nome di un fiume, di un monte o di una pianura. Ogni villaggio conta 15 o 20 gruppi di case nascoste e protette dalla fitta vegetazione.
La maggior parte dei tay pratica il culto degli antenati e l'Animismo. L'altare per gli antenati di solito è collocato al centro della casa, è considerato sacro e agli invitati non è permesso sedersi di fronte ad esso.
Il Guangxi e le sue tribu animiste rappresentano lo scenario storico e paesaggistico dalla quale provengono questi frammenti di universo, veri e propri autoritratti della natura.
Queste pietre erano lì da sempre, sul greto di un fiume finché un uomo (probabilmente un discendente Bách Vit ) ne colse la presenza e la bellezza. Comunque sia andata, una di queste pietre giunse nella sua capanna poiché l’uomo credeva che in quella particolare pietra dimorasse lo spirito di un guerriero come fosse un accumulo “vivente” di tempi e vicende passate. Questo uomo decise quindi di vivere insieme alla sua pietra-guerriero  .

Quando seppe di essere gravemente malato, nel timore che nessuno dopo di lui la comprendesse fino in fondo, dispose che la sua pietra continuasse a vivere in altre case, in altri villaggi, apprezzata da altri occhi e custodita da altri uomini semplici, semplici come le pietre ! "