26 giugno 2016: La collina dell' Incenso



"Suoni ancestrali odo in lontananza:
rintocchi di campane e di gong
accompagneranno chi coglierà codesto invito
per un'esperienza
che parte dai sensi e giunge all’essenza . . ."

Un momento dedicato ad Onorare la Vita !

" Provate per un attimo a concentrarvi. . . provate  per un istante ad immaginare, senza pensarci troppo, la prima cosa che vi viene in mente in riferimento alla parola NATURA. . . lo state facendo? Avete visualizzato qualcosa? E cosa avete immaginato? 
Un fiore, un albero, laghi, ruscelli, montagne, un paesaggio di mare con le spiagge, una foglia, i pesci, un tramonto, la luna e le stelle,il sole, gli animali, una farfalla. . . ?  
Ora  volevo chiedere se invece qualcuno di Voi ha immaginato se stesso, la propria persona . . . nessuno? 
E' particolare non pensare anche a noi quando si parla di Natura . . .
Abbiamo bisogno di viaggiare . . .  per stare nella Natura dobbiamo prendere l’aereo, il treno, la macchina e anche quando non possiamo viaggiare fisicamente, spaziamo con la mente spesso in luoghi lontani. 
Così smettiamo di cogliere la meraviglia della Natura nel nostro qui e ora, nelle piccole cose del nostro quotidiano vivere, perché diventa  sempre più difficile riconoscere la natura in quel semplice bicchiere di acqua che beviamo tutti i giorni . . .  
La Natura è il cotone e la seta con cui ci vestiamo, le travi di legno  con cui costruiamo i nostri tetti, è la calce nei nostri muri, la Natura sono frutta e verdura sulle nostre tavole, è il nutrimento con cui ci sosteniamo e quindi acqua, zuccheri, vitamine, proteine, grassi, con cui funzioniamo. 
La Natura sono le stesse identiche molecole di cui è fatto il corpo umano. "
Nel corso della storia l'uomo ha tracciato una linea sempre più netta e precisa tra se e la Natura, come se fosse qualcosa di diverso da Lei !
Come possiamo tornare nel nostro quotidiano a vivere l'unione profonda con la Natura e con le sue forze? Anche solo partendo dalla cosa più semplice, che non smettiamo mai di fare:   Respirare.

I presenti all'incontro sono stati guidati a concentrarsi sulla respirazione, su quel flusso d'aria che entra dalle narici; abbiamo immaginato di essere noi quell'aria che si dirige verso i polmoni per raggiungere ogni cellula del nostro corpo.

" Ed ecco che quella che fino ad un attimo fa era solo l’aria che c’era fuori di noi e che faceva parte di questo cielo che stava lì fermo a fare da sfondo al nostro paesaggio, con un respiro un po’ di questo cielo è entrato dentro di noi così in profondità da non poterlo più separare da ciò che siamo. Nell’osservare il vostro respiro dov’è questa linea di confine? Dove potete, con certezza affermare che da un lato della linea c’è soltanto l’aria e dall’altra parte ci siete soltanto voi? "

Gli Anziani Saggi Theravada da millenni Insegnano che non esistono frontiere, i confini sono convenzioni e quella sensazione che ci porta a sentirci "separati" da ciò che ci circonda, è un'illusione. La nostra Vita si estende ben oltre i limiti che ci siamo dati. 
Ma la Natura per il Theravada non è solo uno spunto per la riflessione e l’analisi, bensì la strada per ritrovare dentro di sé le più grandi fonti di forza e di coraggio da cui attingere. Questo lo scopo dell'incontro: iniziare ad osservare la Natura, non come qualcosa che sta fuori e non ci appartiene, ma come quell'insieme di energie reali e concrete, che dimorano anche in noi.

Quindi impariamo dalla Natura osservandoLa . . .

Non ha bisogno di essere amata o riconosciuta perché scelga di creare e donare: gli alberi non hanno bisogno di essere abbracciati e  i fiori sbocciano anche se nessuno li guarda. 
La Natura è pronta ad evolvere , ad adattarsi, a cambiare e quando commette errori in verità è solo un passo verso l’esattezza così come per l’uomo sbagliare può essere un’ulteriore esperienza di apprendimento per crescere. 
La Natura inoltre non lascia nulla al caso, segue la legge del Karma (causa ed effetto) e non fa nulla di inutile: non ci sono galline che covano in mezzo ai lupi, né edera che cresca avvinghiata ad un cactus. Ogni cosa sceglie il giusto luogo in cui creare, la giusta compagnia di cui circondarsi: i suoi simili, la sua dimensione. 
E quando le risorse scarseggiano la Natura fa una cosa semplice: risparmia. 
L’albero  lascia  seccare  alcuni rami, li lascia morire per limitare il consumo di energia, si libera di ciò che è superfluo. 
La Natura poi è guerriera: l’autodifesa è la più antica delle Leggi. 
Persino le piante si sono armate di spine e veleni per combattere ciò che per loro è negativo.
La Natura è eroica: basti pensare ai fiori o ai piccoli ciuffi d'erba che crescono in città, persino attraverso le fessure del cemento. E' meraviglioso riuscire a manifestare la propria essenza anche nelle condizioni più avverse !
La Natura per superare i suoi ostacoli si trasforma in continuazione.  .  .  apparentemente muore ma è solo un istante che è destinato a lasciare spazio ad un altro frangente di vita. Con pazienza, instancabile, senza fermarsi mai, perché ogni ruscello, ogni nuvola ogni goccia di pioggia. . .  tutto ritorna ! 
La Natura non ha paura di morire, sa di essere eterna come lo siamo noi.

E a questo punto è arrivato il momento giusto in cui condividere con i presenti il modo con cui i Theravada, una volta l'anno, per Tradizione, Onorano Madre Natura.

Il Maestro ha spiegato i dettagli della ritualità e tutti insieme siamo saliti verso la collina . . . 

Ad ognuno un bacchetto di incenso, utilizzato da sempre per favorire la connessione tra le energie materiali e quelle più sottili. 
Il suono del gong e di una vecchia campana hanno accompagnato il momento, perché solo all'unisono l'effetto della ritualità sarà esponenzialmente più grande.
Al termine del rito ad ognuno la possibilità di scrivere un pensiero, che viene poi purificato dal fuoco dell'antico braciere.
Alle 16.00 tutti insieme siamo scesi dalla collina per tornare sul prato, bere del tè e condividere pensieri, attimi di vita.
Il tempo vola e alle 18.00 ci salutiamo, perché ognuno possa tornare alla propria vita, al proprio quotidiano . . . chissà, magari con la rinnovata percezione di essere parte attiva di qualcosa di Grande !