In accordo con
un'Associazione cinese, abbiamo avuto l'onore di esporre una collezione di
pietre davvero unica nel suo genere ! La storia di queste particolari creazioni
della Natura è ancora poco nota al mondo, è stata tramandata solo oralmente per
millenni di generazione in generazione e apprezzata dagli animi più sensibili,
capaci di scorgerne il grande valore . . .
La mostra è
stata visitabile da chiunque lo desiderasse, per entrambi i giorni, dalle 10.00
alle 18.00.
Alle ore 16.00
abbiamo condiviso con i presenti un pezzetto di storia e uno scorcio
dell'antica tradizione . . .
" Perché il
Samgha ha scelto di condividere una collezione di pietre ?
Innanzitutto
perché nel sentimento animista l’uomo è legato in maniera indissolubile alla
pietra
Le pietre ci
circondano, sono il pavimento della nostra esistenza, a volte anche il nostro
cielo. All’origine della
storia dell’uomo, in ogni cultura, troviamo sempre la pietra.
Nella pietra
abbiamo trovato un riparo, una casa; con le pietre abbiamo imparato a controllare il fuoco con
cui abbiamo iniziato a cucinare cibi cotti, le prime armi erano in pietra, i
primi utensili erano in pietra; con la pietra ci siamo ornati ,con la pietra ci
siamo guariti e sempre con la pietra abbiamo cominciato a contemplare le
infinite manifestazioni della Natura , una Natura che si mostra nuda , nuda
come una pietra !
E questo mettersi a nudo è un insegnamento che anche l’uomo deve far
suo per tornare ad appropriarsi di una vita che sia più vera e semplice. Non
vi è nulla di più bello e coerente del mostrarci veramente per quello che siamo,
mostrarci nudi come la pietra.
Le pietre sono dappertutto intorno a noi, siamo abituati alla loro visione,
quasi annoiati perche per noi uomini raziocinanti le pietre sono oggetti scontati, inerti. . . morti.
Proviamo allora per un attimo a concentrarci e ad immaginare un
semplice sasso : il sasso rinvia ad un masso più grande da cui si è staccato; questo
masso a sua volta era unito a una parete rocciosa che si è frantumata. Immaginate
quella parete, parte di una montagna, una singola montagna che componeva
un’intera catena montuosa, che a sua volta componeva una zona geografica più
ampia ,che a sua volta si inseriva in una regione più vasta, che a sua volta come
in un mosaico compone la terra formando il pianeta e che a sua volta . . . è un
frammento di universo!
Ecco, questa è la storia di una pietra, che
prima di essere stata custodita da me è stata custodita da qualcun’ altro e che
prima ancora è stata forgiata da forze inimmaginabili e in tempi non
concepibili dai nostri sensi.
E’ per questo motivo
che per i saggi custodire e curare una singola pietra significava prendere in
considerazione in scala ridotta l’intero universo . . .
Con un
altro piccolo sforzo di immaginazione proviamo ora a spostarci in Cina 2000
anni fa dove si cominciarono ad esporre le prime vere e proprie collezioni di
pietre. Erano collezionate solo dall'
élites degli alti burocrati, artisti ed intellettuali, che ne facevano oggetto di
meditazione e studio, vennero chiamate "pietre della studioso"o
“pietre dell’erudito“. Le pietre dello
studioso di piccole dimensioni venivano tenute per lo più in spazi interni,
mentre quelle più grandi assumevano un ruolo centrale nella creazione dei
giardini cinesi esterni. Non si trattava di pietre qualsiasi, ma di pietre
dotate di notevole forza espressiva, con una particolare forma, colore e
struttura e in grado di evocare paesaggi come montagne, laghi, fiumi, animali, persone
e qualunque altra cosa riuscisse a scorgervi l’osservatore.
Donare
una di queste pietre era considerato un gesto di grande generosità e di
speciale affetto e i collezionisti le
trattavano con familiarità fino a dare loro dei nomi, a volte persino incisi
sulla superficie. Era frequente trovare queste pietre anche sulle cattedre degli ufficiali di alto rango che prima di prendere
decisioni strategiche importanti si concentravano su di esse, aprivano la loro
mente e si lasciavano ispirare da questa percezione di unione con la Natura
sapiente; destandosi poi da questo momento di contemplazione ritornavano alla
realtà con soluzioni lucide e vincenti.
Oltre al gioco di
forme e colori, di queste pietre, chiamate anche "pietre dello spirito",
se ne apprezzavano le qualità come
i sottili segni delle loro trasformazioni, la resistenza, la perseveranza e la
pazienza con cui si erano opposte alle forze che le avevano plasmate.
Ed è
proprio questa sua capacità di rimanere salda in mezzo ad ogni avversità, la
qualità che in Oriente rende la pietra un modello di vita per l’uomo che a sua
volta, deve riuscire a sopravvivere alle pressioni della vita che lo forgiano
mettendolo a dura prova.
Le pietre che abbiamo
scelto di condividere in queste giornate, sono delle rarissime "pietre
dell’erudito", in cinese pietre Guohua, poiché le loro fantasie e i colori
ricordano i temi e i paesaggi tipici della pittura cinese tradizionale chiamata
proprio "pittura Guohua".
Nel corso dei
millenni sono state plasmate sotto l’ effetto dei venti e dello scorrere delle
acque che hanno depositato i minerali che si sono poi ossidati in presenza di
ossigeno conferendo alla pietra colorazioni suggestive . I disegni che si
vengono a formare e che sembrano opere umane, in verità sono il risultato
dell’attività vulcanica,dell’espansione termica e delle condizioni atmosferiche
delle varie ere geologiche.
Inoltre queste
pietre, formatesi nel periodo paleozoico circa 400 milioni di anni fa, arrivano
da un’unica regione della Cina meridionale : il Guangxi. Questa
regione ha status autonomo poiché è la sede principale di una minoranza
etnica non cinese chiamata tày e discendente dalle tribu Bách Việt ovvero dei "cento viet". I villaggi tày si trovano
di solito ai piedi delle colline e portano spesso il nome di un fiume, di un
monte o di una pianura. Ogni villaggio conta 15 o 20 gruppi di case nascoste e
protette dalla fitta vegetazione.
La maggior parte
dei tay pratica il culto degli antenati e l'Animismo. L'altare per gli
antenati di solito è collocato al centro della casa, è considerato sacro e agli
invitati non è permesso sedersi di fronte ad esso.
Il Guangxi e le sue tribu animiste
rappresentano lo scenario storico e paesaggistico dalla quale provengono questi
frammenti di universo, veri e propri autoritratti della natura.
Queste pietre erano lì da sempre, sul greto di un
fiume finché un uomo (probabilmente un discendente Bách Việt ) ne colse la presenza e la bellezza. Comunque sia andata, una di queste
pietre giunse nella sua capanna poiché l’uomo credeva che in quella particolare
pietra dimorasse lo spirito di un guerriero come fosse un accumulo “vivente” di tempi e vicende passate. Questo uomo decise quindi di vivere insieme alla sua
pietra-guerriero .
Quando seppe di essere gravemente malato, nel timore
che nessuno dopo di lui la comprendesse fino in fondo, dispose che la sua pietra
continuasse a vivere in altre case, in altri villaggi, apprezzata da altri
occhi e custodita da altri uomini semplici, semplici come le pietre ! "